Politico italiano. Attivo nel movimento
socialista dal 1914, conseguita la laurea in Giurisprudenza nel 1915,
partì per il fronte durante la prima guerra mondiale. Collaboratore di A.
Gramsci a “Ordine nuovo” (1919), partecipò alla fondazione
del Partito Comunista d'Italia (1921), divenendo membro del comitato centrale
(1922). Segretario del partito dal 1927 e membro della segreteria del Komintern
dal 1934, fu tra i promotori di una politica unitaria antifascista e delle
esperienze dei Fronti popolari. Inviato in Spagna dal Komintern per seguire le
vicende della guerra civile (1937), nel 1939 passò in Francia, ove fu
arrestato e quasi subito liberato. Rifugiatosi a Mosca (1940), durante la
seconda guerra mondiale condusse un'intensa propaganda radiofonica con lo
pseudonimo di
Mario Correnti. Tornato in Italia nel 1944, mutò la
linea politica del partito (la cosiddetta
svolta di Salerno),
accantonando la questione istituzionale e promuovendo un'alleanza tra tutte le
forze antifasciste. Ministro senza portafoglio (aprile - dicembre 1944), quindi
vicepresidente del Consiglio (dicembre 1944 - giugno 1945), alla fine della
guerra divenne ministro della Giustizia (carica che tenne dal giugno 1945 al
luglio 1946). Membro della Costituente e, dal 1948, della Camera dei Deputati,
fu ferito nel luglio 1948 nel corso di un attentato che suscitò fermenti
rivoluzionari nel Paese e che lui stesso contribuì a sedare. Da
segretario del Partito Comunista, carica alla quale era stato rieletto nel corso
del V Congresso (dicembre 1945 - gennaio 1946), ispirò una linea politica
sostanzialmente riformatrice, fatta di accettazione del metodo democratico e di
parziale autonomia rispetto alle direttive del Partito comunista sovietico (cui
pure non negò la sua solidarietà anche dopo l'invasione
dell'Ungheria del 1956). Nei suoi ultimi anni, teorizzò la formula del
policentrismo, con la quale intendeva riaffermare la necessità di tener
conto delle specificità delle singole Nazioni nella costruzione del
modello socialista. Tra le sue opere si ricordano:
Discorsi agli italiani
(1945);
Politica comunista (1945);
Per la salvezza del nostro
Paese (1946);
Linea di una politica (1948);
Pace e guerra
(1949);
La politica unitaria e nazionale dei comunisti (1958);
Problemi del movimento operaio internazionale (1962);
La formazione
del gruppo dirigente del PCI 1923-1924 (1962);
Momenti della storia
d'Italia (1963);
Memoriale di Jalta (postumo, 1964);
I corsivi di
Roderigo (postumo, 1976), che raccoglie i suoi interventi apparsi tra il
1944 e il 1964 su “Rinascita” (Genova 1893 - Jalta, Ucraina
1964).